(sonoro)

IL MERCATO DEI MANDARINI

Non è solo denaro. Per i giovani cinesi l'internet è lo spazio di libertà che i loro padri non hanno avuto. Non c'è bisogno di scendere in piazza, né di agitare bandiere, né di incontrarsi di nascosto. Bastano un computer, un modem, un telefono e, dal segreto della stanza, possono parlare con tutti, di tutto, usando mille trucchi per l'anonimato, viaggiando in questo famoso "cyberspazio" senza paura di incontrare carri armati. In cinque anni gli utenti Internet in Cina sono diventati 10 milioni e le previsioni - che comunque non ci azzeccano mai - annunciano che raddoppieranno ogni sei mesi.
      Il governo cinese è di fronte a un dilemma: da un lato l'internet significa buoni affari, un flusso di preziosi investimenti stranieri, una via sicura di sviluppo. Dall'altro immaginare 10 o 20 milioni di giovani cinesi che chiacchierano ("chat") on line senza censura fa apparire i 10.000 studenti dell"89 di piazza Tien An Men come un gruppetto di emarginati. E se cominciano a usare la rete anche i 60 milioni di seguaci di Fa Lun Gong, e qualche milione di Tibetani, e i 5 milioni di cattolici clandestini, e i 21 milioni di Taiwanesi, e i 6 milioni di Hong Kong chi li controlla più...!
      Fino a dieci anni fa all'aeroporto di Pechino o Shanghai non permettevano ai passeggeri di introdurre nel paese le riviste di lingua inglese regalate sull'aereo. Oggi -provare per credere - si può entrare in un Internet café di Pechino e leggersi in rete il "Taipei Times" quotidiano vicino al governo di Taiwan.
      Immagino gli incubi dei leader cinesi: altro che Partito unico e informazione sotto censura! Presto ci saranno 100 milioni di giovani che si scambiano in rete critiche e battute sul governo! Il "South China Morning Post" di Hong Kong riportava che tra i tassisti di Pechino circola questa battuta: dopo una visita a una fattoria modello, uno dei leader del partito appariva sul giornale di fianco a un gruppo di maiali con la didascalia "Visita a una fattoria modello. Il Funzionario del Partito è il quarto da destra".

Nella foto. A Shanghai col Salesiano Pau Lin, reduce da 33 anni di lavori forzati.

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